58 anni di ristorazione dal 1962

Siamo la storia dei tempi che cambiano. Un’evoluzione ristorativa continua, da tre generazioni esprimiamo in Alta Valsassina il nostro amore per il cibo, il rispetto della materia prima e delle origini, con la curiosità di imparare e sperimentare sempre il nuovo.

I giovani sposi Teresa Cedro e Gigi Gobbi, nel 1962 aprivano la ”Locanda Cimonella”, un locale polivalente dove offrivano camere per il pernottamento, trattoria e negozio di alimentari con salumi autoprodotti.

​Negli anni Ottanta Gigi viene a mancare, ma Teresa con tanto coraggio e le tre figlie Angela, Antonella e Giusy prosegue nell’attività di famiglia. La Locanda prende così il nome di ”Ristorante da Gigi”,in memoria del papà.

All’inizio del decennio successivo ampliamo e ristrutturiamo il locale, lo rendiamo più moderno e curato rispetto al passato ma senza abbandonare lo stile rustico; anche la cucina segue il cambiamento guidata dallo Chef Carlo Maglia che esprime tutta la sua esperienza maturata in Brianza con la moglie Giusy e Marco Acerboni, a sua volta marito di Antonella. In quegli anni entra in famiglia Marisa Busi, che si occuperà del servizio alle camere e come prezioso aiuto in cucina.

Antonella ed Angela si occupano dell’accoglienza e della sala, lasciando a Marco la selezione dei vini e la gestione della cantina. Negli anni 90 la famiglia si allarga: nascono ”i piccoli” Elia e Teresa Maglia ed Evelina Acerboni. Nasce la terza generazione. Nel 2015 entra “ufficialmente” con noi anche Alex Pensotti, che in cucina a fianco di Carlo ha portato fresche novità e tecnologia. Nel 2017, Evelina, dopo esperienze e studi, affianca Giusy nel nuovo Laboratorio e coordina i dolci à La Càrte con il padre Marco.

… TO BE CONTINUED

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GLI SCAPINASC

( Un’icona storica del nostro ristorante dal 1962)

Lo Scapinasc è il piatto principe della tradizione Valsassinese, si presenta come un grande raviolo condito con un’abbondante spolverata di parmigiano reggiano e burro fuso aromatizzato con salvia e aglio.

Il nome “Scapinasc” è legato alla forma del raviolo piuttosto che al suo ripieno: come la nonna ci spiegava da bambine, questo nome deriva dal dialetto “Scapiin”. Gli “Scapiin” erano dei calzettoni di lana grezza filata a mano cuciti utilizzando 4 aghi e poi rinforzati sulla pianta mediante una soletta rudimentale formata da delle pezze e venivano utilizzati in casa come delle moderne pantofole.

In passato gli Scapinasc venivano cucinati soltanto nei giorni di festa, soprattutto il giorno della festa patronale: a Crandola Valsassina si preparavano il giorno di Sant’Antonio, ma erano caratteristici anche della maggior parte dei paesi della valle e non solo. Di paese in paese sono presenti delle piccole sfumature, fino ad arrivare alle “patole” di Esino Lario che presentano alcune varianti come l’aggiunta di insaccati e di patate.

Secondo la tradizione di Crandola, gli Scapinasc presentano un ripieno dolce di amaretti, pan grattato, parmigiano reggiano, prezzemolo, scorza di limone e uvetta sultanina, ma in alcuni paesi vengono aggiunti anche noce moscata o caffè.

Il primo a sperimentare la variante degli Scapinasc con ripieno di carni miste selezionate fu nostro papà Gigi e furono da subito molto apprezzati dalla clientela fino a diventare bandiera gastronomica del nostro ristorante; la nostra versione con ripieno dolce viene preparata solo su ordinazione e in occasione della festa di Sant’Antonio Abate.

Gli Scapinasc sono da sempre piatto fisso nel nostro menù e da allora noi portiamo avanti la sua versione salata con molto orgoglio.

Il nostro piacere più grande è  raccontare ancora oggi ai nostri ospiti incuriositi la storia di questo raviolo che racconta della nostra tradizione.